Luciano Riccardo Ligabue, noto anche solo come Ligabue o con il soprannome Liga, è tra i cantautori italiani di musica rock e pop rock più noti in assoluto. Pluripremiato e con oltre 30 anni di carriera, i suoi testi sull’amore, la vita o l’amicizia sono ben impressi nell’immaginario collettivo.
La raccolta a seguire è ricca delle più belle frasi di canzoni, con testi profondi, dolci e riflessivi sul tramonto, sulla pioggia o frasi sul suo sorriso. Troverai i belli testi delle tue canzoni italiane preferite, i migliori da condividere, salvare o da tatuare.
Siamo certi che troverai l’ispirazione per ogni situazione che si presenta, con frasi belle sull’amore impossibile, sui ricordi, le partenze, la famiglia o su tempi fondamentali come quelli sulla libertà. Non ti resta che controllarle tu stesso, potendo persino optare per le immagini con frasi belle di Ligabue che abbiamo creato.
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La raccolta delle canzoni più belle di Ligabue
Non basta restare al riparo, chi vuol sopravvivere deve cambiare.
Ho visto che l’amore cambia il modo di guardare.
L’amore conta: conosci un altro modo per fregar la morte?
Ho messo via un po’ di consigli
dicono è più facile
lì ho messi via perché a sbagliare
sono bravissimo da me.
Io sono convinto che bisogna crederci,
bisogna correre il rischio di essere illusi,
bisogna correre il rischio di passare per ingenui,
ma bisogna crederci…
Mentre il sole alle spalle pian piano va giù, e quel sole vorresti non essere tu.
E mi attacco alle stelle, che altrimenti si cade, e poi alzo il volume di questo silenzio che fa stare bene.
Sono io che guido, io che vado fuori strada; sempre io che pago, non è mai successo che pagassero per me.
Ho messo via un bel po’ di foto che prenderanno polvere sia su rimorsi che rimpianti che rancori e sui perché.
La linea sottile fra il tuo bene e il tuo male, la linea sottile fra dormire e sognare. C’è una linea sottile fra tacere e subire, cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?
Portami dove mi devi portare Africa, Asia o nel primo locale fammi vedere che cosa vuol dire partire davvero. Portami dove non posso arrivare.
Ti vengo a prendere e mi aspetto di tutto, e non dev’essere per forza perfetto.
Abbiamo amici che neanche sappiamo, finché va bene ci leccano il culo
Quando il tempo non passava non passava la nottata eri solo da incontrare ma tu ci sei sempre stata e anche quando si gelava con la luna già cambiata eri solo più lontana ma tu ci sei sempre stata.
Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è. Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te. C’è la notte che ti tiene tra le sue tette un po’ mamma un po’ porca com’è. Quelle notti da farci l’amore fin quando fa male fin quando ce n’è.
Tutte queste onde pronte a scomparire, resta solo il mare: quanto ci sei?
Fatti per correre o per rallentare, c’è anche chi ha deciso di andare al passo che gli pare.
E le senti le vene piene di ciò che sei e ti attacchi alla vita che hai.
A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare.
Sopravvissuti ai nostri pensieri, a consigli, sbadigli, falsi sensi unici.
E in mezzo a tutto questo perdersi c’è un uscio chiuso nell’anima chissà se ti ricordi la tua chiave dov’è. E in mezzo a tutto questo sciogliersi fa più il destino o la volontà? se la risposta è amore la domanda qual è, qual è?
Ogni tanto non ci pensi non pensarci è già una scelta.
Quando batte un po’ di sole dove ci contavi un po’ e la vita è un po’ più forte del tuo dirle “ancora no” quando la ferita brucia la tua pelle si farà.
Buonanotte a chi la sa godere a quelli che han bisogno di star male a chi ha paura di restare fermo e sogna un po’ più forte quando è sveglio.
Dicono che nasci solo per soffrire ma se soffri bene vinci il premio di consolazione.
E la valigia ha cominciato a pesare, tu devi ancora partire.
La radio ti passa un po’ di metadone, qualcosa nascosto in qualche canzone, canzoni che sanno chi sei molto meglio di te… Gli accordi migliori rimangono sempre quei tre… In pieno rock’n’roll!
Tutte queste luci… tutte queste voci… tutti questi amici… Tu dove sei?
C’è chi vuol solo passare ad un altro rimpianto.
E ti sei opposto all’onda ed è li che hai capito che più ti opponi e più ti tira giù.
Le donne lo sanno che niente è perduto, che il cielo è leggero però non è vuoto, le donne lo sanno, le donne l’han sempre saputo.
Ci riposiamo solo dopo morti.
M’abituerò a non trovarti, mi abituerò a voltarmi e non ci sarai, mi abituerò a non pensarti quasi mai…
L’impatto con il mondo è sempre forte per chi vorrebbe solo farne parte.
Siamo la sorpresa dietro ai vetri scuri;
Siamo la risata dentro al tunnel degli orrori!
Non si può sempre perdere per cui giochiamoci certe luci non puoi spegnerle. Se è un purgatorio è nostro perlomeno
Quante vite non capisci, e quindi non sopporti, perché ti sembra non capiscan te.
“Andiamo a fare due passi?” ti chiedo.
“Ma nevica fortissimo”.
“Appunto”.
Il cielo non pesa. Non ne ha alcuna intenzione.
Forse, da parte sua, non ce l’ha mai avuta.
Io e la pazienza giriamo la faccia dall’altra parte quando ci incrociamo.
Io e la pazienza abbiamo strappato le foto in cui eravamo insieme.
Io e la pazienza, ora, ci stiamo inviando qualche cartolina.
Adesso è tardi. Tardi per venire via. Tardi per raccontarmi altre balle. Tardi per le domande e per le risposte.
La danza del delirio la conduci tu. Io sto solo imparando a non pestarti i piedi.
Ti lasciavi andare. Ti consegnavi ad un destino che nessuno ti aveva confermato. E lo facevi da sola. Come non volessi ricordare che, qualunque fosse stato il cammino, qualunque la meta, io ci dovevo essere.
Non guariamo nessuno. Ognuno si ammala e guarisce da solo. Noi siamo lí a porgere il cerottino o un po’ di fiducia.
Di fianco al cancello non c’era anima viva. Meglio così. Non voleva che qualcuno lo vedesse piangere.
Il rock deve essere suonato al volume che serve.
Io vivo la canzone come una sorta di colloquio fra me e l’ascoltatore.
A me fa stare bene l’idea che le mie canzoni siano fischiettate un po’ da tutti, non mi importa da chi o da quale ceto sociale, e ancora di più se sono suonate voce e chitarra.
A volte, lo ammetto, mi piacerebbe essere un po’ più ironico. Mi capita che, per rispettare fino in fondo l’emozione che ho, non uso abbastanza ironia. Così rischio di prendermi un po’ troppo sul serio, che è una delle stronzate più grosse che si possa commettere.